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Slowzine

La comunità di Saone e la sua A.S.U.C.: conservare senza dissipare per le future generazioni


Francesca Luzzi, membro del Comitato esecutivo A.S.U.C. di Saone


Non ereditiamo la terra dai nostri avi;

la prendiamo in prestito dai nostri figli.

Nostro è il dovere di restituirgliela

proverbio indiano



Saone è una comunità alpina di poco più di 250 abitanti che si trova al centro delle Valli Giudicarie nel Trentino occidentale. Il paese, assieme alla frazione di Tione, fa parte del Comune amministrativo di Tione di Trento. Negli ultimi anni, Saone è stato ripetutamente protagonista della cronaca giornalistica della Provincia per la sua scelta di difendere i propri beni collettivi iniziando un contenzioso nei confronti dell’amministrazione comunale che tramite delibera n. 21 del 2012 prevedeva il riordino delle partite tavolari relative agli immobili di proprietà comunale sui comuni catastali di Tione e Saone. All’interno di questo riordino tale delibera ha previsto l’intestazione di alcune particelle da sempre utilizzate dalla sola comunità di Saone e gestite dall’A.S.U.C. di Saone al Comune di Tione di Trento.

Come molte comunità del Trentino, la storia di Saone e dei suoi beni collettivi è legata alle vicende del Principato Vescovile di Trento: la prima testimonianza storica è l’investitura feudale risalente al 1253. Nei secoli successivi Saone viene aggregato alla Pieve del Bleggio, nelle Giudicarie Esteriori e dove vi rimane fino al 1767, anno in cui si suddividono le terre tra i diversi paesi appartenenti alla Pieve e Saone diviene amministrativamente autonomo. Alcune di queste terre sono località storiche tutt’ora appartenenti a Saone. A seguito dell’invasione Napoleonica prima, 1803, e della sua sconfitta poi, con la conseguente annessione all’Austria nel 1813, la frazione di Saone viene aggregata per la prima volta al Comune amministrativo di Tione, per poi distaccarsi nel 1821. Dal 1821 al 1928 Saone diventa comune amministrativo e intavola nel 1908 i propri beni al catasto austroungarico sotto il nome di Comune di Saone per indicare che quella proprietà era un patrimonio a favore della collettività insediata in quel determinato territorio e che la comunità era autonoma anche dal punto di vista amministrativo. A seguito del regio decreto del 22 gennaio 1928 n. 109 i Comuni di Saone, Tione, Zuclo e Bolbeno vengono aggregati e viene istituito il nuovo Comune amministrativo di Tione di Trento. L’aggregazione riguarda le rispettive circoscrizioni territoriali preesistenti all’entrata in vigore del decreto medesimo, mentre le proprietà dei comuni originari rimangono intavolate agli stessi e il territorio amministrativo viene diviso in frazioni con territorio corrispondente a quello del comune catastale. Nel 1934 il Commissario agli Usi Civici, istituito con la Legge n. 1766 del 1927 durante il periodo fascista, incarica ogni frazione appartenente al Comune di Tione di Trento di creare la propria A.S.U.C., affinché ogni frazione provvedesse alla gestione dei propri beni collettivi per evitare situazioni promiscue tra la proprietà privata e quella collettiva. I membri del comitato, una volta costituita l'A.S.U.C. di Saone, hanno chiesto al Commissario di apporre l’annotazione di assoggettamento alla Legge 1766/1927 con natura di terre di uso civico su tutti i beni appartenenti alla frazione. A seguito della richiesta il Commissario fece apporre l’annotazione sulla maggior parte dei beni, che in totale erano 34, escludendo alcune particelle che si trovavano all’interno dell’abitato di Saone. Tra le particelle escluse troviamo, ad esempio, prati storicamente utilizzati dalla comunità di Saone per la fienagione, un terreno comperato dall’amministrazione A.S.U.C. e una pineta. Nel 1951 nella prima fase dell’età repubblicana si ricostituiscono i comuni amministrativi di Bolbeno e Zuclo con le circoscrizioni territoriali preesistenti all’entrata in vigore del decreto medesimo, mentre le frazioni di Saone e Tione hanno continuato a far parte del Comune di Tione di Trento e lo sono tutt’ora.


Cosa è accaduto nel mese di marzo del 2012? Il nuovo eletto comitato A.S.U.C. composto da cinque giovani ragazzi si è accorto di una delibera del Comune di Tione di Trento consistente in una riorganizzazione di tutti i beni del Comune, della frazione di Tione e della frazione di Saone per dare una disposizione logica alle diverse particelle che fino a quel momento erano state catalogate sommariamente. Per esempio, alcuni beni collettivi intestati al vecchio comune di Tione, ormai diventato frazione, erano stati posti all’interno dei beni patrimoniali appartenenti al nuovo Comune amministrativo di Tione di Trento. Nel caso specifico di Saone, il Comune ha individuato tutte quelle particelle prive dell’annotazione di assoggettamento alla Legge 1766/1927 con natura di terre di uso civico, quelle a cui nel 1934 non è stata apposta l’annotazione e fino a quel momento facenti parte dei beni appartenenti alla frazione e utilizzate, gestite, alcune perfino acquistate dalla comunità di Saone attraverso l’amministrazione separata di beni di uso civico e le ha inserite nei beni patrimoniali del Comune di Tione di Trento. A differenza dei beni collettivi con annotazione di assoggettamento alla Legge 1766/1927 con natura di terre di uso civico, i beni patrimoniali sono divisibili, vendibili e la loro gestione è di competenza dell'amministrazione comunale. Il gruppo neoeletto del comitato A.S.U.C., essendo il garante della tutela della proprietà collettiva di cui è titolare la comunità di Saone, ha indetto una riunione frazionale dove ha presentato il problema alla comunità e con l’approvazione unanime dei presenti ha iniziato il ricorso nei confronti del Comune di Tione di Trento difendendo la legittima proprietà e chiedendo l’apposizione dell’annotazione di assoggettamento alla Legge 1766/1927 con natura di terre di uso civico sulle particelle in questione per proteggere e tutelare il patrimonio da ulteriori speculazioni. Da marzo 2012, dopo oltre dieci anni, non si è ancora giunti ad una sentenza definitiva. Questo perché l’iter giuridico per fare ricorso indicato nella delibera non era corretto, o meglio: non si è fatto riferimento alla figura giuridica idonea alla quale affidarsi per questo tipo di contenzioso in materia di proprietà collettive. Cosa è stato fatto fino ad ora? Seguendo le indicazioni riportate in delibera si è presentato ricorso al Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento, il quale ha risposto con difetto di giurisdizione, ovvero che non è l’ente designato e indicando come ente competente il Tribunale Ordinario. Il giudice del Tribunale Ordinario si è espresso a favore del Comune di Tione di Trento sia in primo grado che in appello, affermando che il Comune di Tione di Trento è l’erede del Comune di Saone. Dal momento che l'unico ente giuridico competente in materia di proprietà collettive è il Commissario di liquidazione degli usi civici, il verdetto da parte del giudice ordinario a favore del Comune di Tione di Trento ha sorpreso gli amministratori dell'A.S.U.C.: si aspettavano una sentenza che esprimesse il difetto di giurisdizione. A febbraio 2020, l’A.S.U.C. di Saone si è rivolta alla Corte di Cassazione con la speranza che questa indichi l'organo competente al quale rivolgersi per questo tipo di contenzioso, ovvero il Commissario per la liquidazione degli usi civici.


La vicenda dell’A.S.U.C. di Saone è una storia di resilienza; rappresenta il tentativo di difesa e di tutela della proprietà collettiva, del proprio patrimonio. Questo patrimonio è rimasto intatto per secoli, grazie alla successione di persone che si sono organizzate secondo regole precise, affinché la proprietà si trasmettesse alle generazioni future in modo da garantire a tutti il pieno godimento delle risorse. Si tratta quindi non solo sussistenza ma anche identità collettiva, legame verso il territorio e cultura. Qual è l’immagine in grado di racchiudere l’identità della comunità di Saone? La sua malga Stablo. La malga rappresenta l’identità storica e culturale del paese in ogni generazione. Rappresenta l’infanzia trascorsa ad arrampicarsi sugli alberi secolari, il sudore dei nostri avi durante i mesi di alpeggio, le discese con gli sci in compagnia dei coetanei dal tetto della stalla fino al Maseron, lo stagno, alla base della collina dove sorge la malga, il tappeto di fiori di crocus nei prati a inizio primavera.

Da questo forte senso di appartenenza e identità nasce l'augurio che i domini collettivi, come le A.S.U.C., possano essere visti come una risorsa e ne scaturisca la collaborazione con le amministrazioni comunali, con il fine condiviso di tutelare il bene comune e il territorio.

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