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Referendum biodistretto: quali prospettive per il turismo?

di Fabio Giuliani


Veduta della Val di Gresta


Il distretto biologico è un modello di efficientamento del territorio e funziona da aggregatore, cioè fa interagire fra loro molteplici attori quali il turismo, l’agricoltura, l’allevamento, come pure la vendita dei prodotti a km 0, le mense pubbliche, scolastiche e non.


Perché biologico?

Perché è innanzitutto il modo di coltivare che è più rispettoso dell’ambiente, quindi permette di fruire del territorio per molteplici usi: ad esempio si può fare convivere l’agro turismo con le produzioni agricole proponendo un’offerta di prodotti che vanno da quelli frutticoli, orticoli, a quelli caseari (latte, formaggi), apiari (miele), enologici (vini e derivati), ecc.

L’agricoltura industriale con il suo carico di tossicità e modalità monocolturale allontana il turista, impoverisce l’ambiente e impedisce di fatto di utilizzare il territorio per altri scopi monopolizzandone l’uso.


Un’altra motivazione è economica. L’agricoltura biologica è in crescita esponenziale, è sostenibile, è economicamente vantaggiosa, interagisce bene con l’ambiente e altre forme di utilizzo, permette quindi uno sviluppo del territorio a 360°.

Il distretto biologico può stimolare la promozione del turismo lento attraverso il ripristino di antichi percorsi, sentieri e strade, oggi in disuso, che collegavano i paesi, proponendo percorsi culturali ed enogastronomici e come avviene in alcune parti d’Italia riproponendo i viaggi a fianco degli animali. Un esempio sono gli asini o i cavalli avellinesi che trasportano i viveri gli zaini ecc. ridando vita alla nostra storia e agli usi e i costumi delle generazioni che ci hanno preceduti.


Il distretto biologico porta con sé il concetto di mobilità sostenibile che può avvenire tramite la realizzazione di tratte ferroviarie nuove o il ripristino di quelle vecchie. Si può anche dar vita ad una rete di ciclovie come opzione di collegamento alternativa. I treni elettrici possono raggiungere, portando via poco spazio tutti gli angoli del Trentino per un turismo sostenibile e non inquinante.


Si deve investire in un’offerta del territorio di qualità, che attinga alla cultura passata ma che sappia proporre alternative nuove. Il distretto biologico per avere efficacia deve coniugare passato presente e futuro. La nostra storia è la nostra forza, il nostro territorio deve rivendicare le proprie radici, e per fare questo è necessario unire le varie anime produttive.

Il frazionamento delle attività produttive sul territorio produce fragilità economica e debolezza dell’offerta. Il distretto biologico produce unione, sinergie ed efficienza per affrontare le sfide che il futuro ci riserverà.

Sarà un percorso lungo, ma se mai si parte mai si arriva.


IL QUESITO REFERENDARIO


Volete che, al fine di tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, la Provincia Autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico, adottando iniziative legislative e provvedimenti amministrativi – nel rispetto delle competenze nazionali ed europee – finalizzati a promuovere la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e agroindustriale dei prodotti agricoli prevalentemente con i metodi biologici, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001, e compatibilmente con i distretti biologici esistenti?


la data del referendum propositivo sulla qualificazione come distretto biologico del territorio agricolo della Provincia di Trento è domenica 26 settembre.


Hanno diritto di voto i maggiorenni residenti ininterrottamente in Trentino da almeno un anno , si voterà dalle 6 alle 22.00 (lo scrutinio delle schede inizierà lunedì 27 dalle 7.00 alle 16.00) e perché il Referendum sia ritenuto valido deve recarsi alle urne il 40% più uno degli aventi diritto al voto (circa 177.000 elettori ed elettrici).

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